“Dottore, il mio vecchio dentista mi ha detto che presto perderò i denti per la PARODONTITE”.
Molte volte nella mia pratica clinica nuovi pazienti arrivati alla mia osservazione mi hanno riferito sentenze del genere.
Fortunatamente oggi abbiamo mezzi e conoscenze per evitare nella maggior parte dei casi che queste previsioni si avverino.
Innanzi tutto è bene spiegare cosa sia il PARODONTO. Esso è l’insieme dei tessuti di supporto dei denti. Tali tessuti sono l’osso alveolare, la gengiva e il legamento interposto tra questi e il dente.
Osservando una sezione di dente, in condizioni fisiologiche vedremmo che la gengiva non vi aderisce nella sua parte più estrema, bensì lo fa dopo aver descritto un’invaginazione di circa 2 mm di profondità, oltre tale solco essa si attacca al dente. Più in profondità, superato l’attacco gengivale, al dente si contrappone l’osso da cui si dipartono le fibre del legamento che lo tengono infisso nell’alveolo osseo.
La MALATTIA PARODONTALE è una patologia multifattoriale causata da batteri. Alla sua origine contribuiscono aspetti genetici, comportamentali (ad es. cattivo controllo della placca batterica domiciliare e fumo) e sistemici. Placca, tartaro e fumo inducono, particolarmente in soggetti predisposti da un punto di vista genetico, risposte infiammatorie che possono avere grande variabilità da persona a persona.
In principio l’infiammazione coinvolge le sole gengive che divengono arrossate e sanguinanti delineando il quadro della GENGIVITE, successivamente si estende in maggior misura interessando anche l’osso di supporto e determinando RECESSIONI GENGIVALI e/o TASCHE GENGIVALI che sono le espressioni più tipiche della PARODONTITE.
Le recessioni gengivali consistono nella perdita più o meno estesa della gengiva che circonda uno o più denti, e più questa perdita è profonda più viene a mancare anche l’osso di supporto sottostante.
Le tasche gengivali consistono invece nel distacco di gengiva, osso e legamento dal dente: si viene cioè ad approfondire il fisiologico solco che la gengiva descrive normalmente prima di aderire al dente.
Mentre la gengivite è facilmente trattabile, la parodontite richiede terapie più complesse.
In ogni caso è fondamentale eseguire una corretta valutazione del caso con un accurato esame clinico-radiografico.
Dalla sintesi dei dati raccolti scaturisce il piano di trattamento. Esso contempla una prima fase di detossificazione e pulizia dei denti e delle loro radici cui fa seguito una fase di rivalutazione. Successivamente si possono rendere utili terapie chirurgiche.
Queste ultime possono essere a seconda dei casi di tipo resettivo o ricostruttivo, entrambe comunque volgono a ristabilire la salute del parodonto e a permettere al paziente di mantenere una corretta igiene orale domiciliare, quest’ultima infatti è fondamentale per mantenere stabili nel tempo i risultati ottenuti.
Qui presento un caso del 2010 di una signora che alla prima visita risultava avere una gravissima parodontite con tasche molto profonde su ciascun dente superiore
Dopo ABLAZIONE TARTARO e PULIZIA DELLE RADICI la paziente veniva motivata alle corrette manovre di igiene orale. Successivamente si rivalutò il caso e il piano di trattamento finale è consistito in terapia resettiva delle tasche presenti all’arcata superiore e riabilitazione protesica fissa inferiore su impianti.
Il risultato ottenuto viene mantenuto stabile attraverso visite di controllo trimestrali e la paziente non ha estratto nessuno dei denti superiori.