Estrazione atraumatica e indolore del dente del giudizio
Il dente del giudizio o terzo molare è l’ultimo dente ad erompere e spesso non trova spazio sufficiente per fuoriuscire correttamente in arcata andando incontro al fenomeno della disodontiasi. La disodontiasi comporta una serie di sintomi collegati all’infezione dei tessuti circostanti un dente parzialmente o totalmente incluso. Anche se sembra ricoperto della gengiva, l’ottavo può infatti comunicare con l’ambiente orale, ricco di microbi, semplicemente perché in contatto con la radice (o, meglio, il parodonto) del dente precedente. I sintomi più frequenti della disodontiasi dei denti del giudizio consistono in dolore, gonfiore, formazione di ascessi, serramento dei muscoli masticatori, dolore all’orecchio. Spesso l’estrazione del dente del giudizio in disodontiasi è l’unica terapia cui ricorrere. Altre volte l’ottavo si deve rimuovere perché, pur non dando fastidi, la sua posizione determina il rischio di danneggiare il settimo, un molare ben più importante.
Naturalmente nessuna estrazione può essere ben accetta, tuttavia, quando necessaria, essa va effettuata nel modo più atraumatico e indolore possibile. Sia ben chiaro, è difficile che una estrazione dell’ottavo, specie quando questo è molto inclinato, ha radici curve o divergenti ed è situato in profondità, possa avvenire in maniera veloce ma ci si può consolare sapendo che con i giusti presidi farmacologici attualmente è possibile effettuare l’estrazione del dente senza dolore.
Ciò che invece intendo con estrazione dentale atraumatica è relativo a tutto l’insieme delle tecniche atte a prevenire danni nel distretto in questione. Attorno l’ottavo ci sono tre nervi: il facciale, l’alveolare inferiore e il linguale che vanno protetti adeguatamente. Davanti l’ottavo abitualmente c’è un settimo e troppo spesso mi sono capitati casi in cui per estrarre l’uno, era stato anche sacrificato l’altro. Per non parlare di quante volte accade che residui di dente vengano lasciati lì…. Queste sì che sono estrazioni traumatiche! Per evitarle indubbiamente è necessaria una buona conoscenza dell’anatomia del distretto, ma è anche necessario conoscere le tecniche indicate nei vari casi. Ed infine è necessario avere a disposizione gli strumenti giusti.
Il caso di cui mostro la rx è relativo ad un ottavo incluso profondamente, con la corona incastrata sotto il settimo al punto da dislocarlo e due radici divergenti di cui una curva a 90° e poggiante sul nervo mandibolare.
L’estrazione è stata effettuata dividendo il dente in più parti e utilizzando allo scopo strumenti sonici al posto del trapano. La chirurgia sonica si avvale di strumenti con un taglio selettivo su dente e osso che salvaguardano molto più del comune trapano i tessuti molli come i nervi. La particolare forma degli inserti sonici permette inoltre di “arrivare” a tagliare il dente lì dove la punta del trapano tradizionale non potrebbe.
Con un po’ di pazienza il paziente si è infine tolto il dente senza riportare lesioni al nervo o al settimo.
Nei casi complessi, la vera estrazione indolore e atraumatica non è quindi quella che dura un attimo, ma è quella che si fa affidandosi a mani qualificate che, con l’aiuto delle più moderne tecnologie, riescono nel corso dell’intervento a trasmettere e garantire la serenità che quest’ultimo verrà concluso senza “brutte sorprese”.