Igiene orale

Fluoroprofilassi, si o no?

 

Fluoroprofilassi, si o no?

Il fluoro è un elemento naturalmente presente nei nostri denti. Esso contribuisce a rafforzare lo smalto nei confronti degli attacchi dei germi cariogeni.  E’ sulla base di questa constatazione scientifica che si fonda la fluoroprofilassi cioè la somministrazione di fluoro per combattere in maniera preventiva l’insorgenza di carie. Si distinguono la fluoroprofilassi sistemica e la fluoroprofilassi topica.

Nel primo caso il fluoro viene somministrato come gocce o compresse da ingoiare (Zymafluor, per esempio) perché si integri all’interno del dente; nel secondo viene applicato localmente a contatto con le parti esposte dei denti sulle quali soltanto può depositarsi.

Ma un’eccessiva assunzione di fluoro (acqua fluorata, dentifricio, supplementi fluorati, latte in formula, alimenti), specie se protratta nel tempo durante l’età pediatrica, può essere causa di fluorosi dentale, patologia che, tra le altre cose, fa comparire macchie giallo-brune sui denti.

fluorosi dentale

Ma allora la fluoroprofilassi fa bene o no?

A dirimere il dubbio ci aiutano le linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva:

  • La somministrazione di integratori fluorati (compresse, gocce), durante la gravidanza, allo scopo di ridurre il rischio di carie del nascituro, non è raccomandabile vista la mancanza di una chiara evidenza scientifica (EADP, 2009). Tuttavia, durante la gravidanza, un’integrazione vitaminica e/o minerale con prodotti che contengono anche fluoro in concentrazioni variabili (0.7-1 mg), può essere contemplata.
  • La prevenzione della carie attraverso l’utilizzo del fluoro è necessaria per tutti gli individui.
  • I mezzi di fluoroprofilassi da usare maggiormente sono quelli per via topica (dentifrici, collutori o gel); questa via di somministrazione, inoltre, è in grado di fornire concentrazioni molto più elevate di fluoro rispetto a quelle contenute, ad esempio, nell’acqua potabile. Il dentifricio fluorato, quindi, rappresenta un mezzo di somministrazione di primaria importanza nella prevenzione della carie limitando però la dose per i bambini fino ai 6 anni in quanto essi, non sapendo ancora controllare efficacemente il riflesso della deglutizione, tendono a ingerirne involontariamente una parte con conseguente assorbimento sistemico.
  • Gli integratori fluorati devono essere prescritti dal pediatra nei casi di oggettiva difficoltà alla somministrazione topica di fluoro attraverso il dentifricio o come metodica di fluoroprofilassi aggiuntiva nei soggetti a elevato rischio di carie.

In conclusione possiamo dire che dai 6 mesi fino all’età di 6 anni due possono essere le modalità di somministrazione:

Modalità 1 : (preferibile) uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro, 2 volte al giorno, in dose pea-size.

Modalità 2 : nei casi di oggettiva difficoltà all’uso del dentifricio e quindi come metodica alternativa  di fluoroprofilassi o nei soggetti ad alto rischio di carie come metodica aggiuntiva all’uso del dentifricio:

  • da 6 mesi ai 3 anni: somministrare 0,25 mg/die di fluoro con gocce;
  • da 3 a 6 anni: somministrare 0,50 mg/die di fluoro con gocce o pastiglie.

Dopo i 6 anni la fluoroprofilassi deve essere effettuata solo attraverso l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro, almeno 2 volte al giorno. Per massimizzare l’effetto benefico del fluoro contenuto nel dentifricio, è consigliabile non risciacquare o ridurre al minimo il risciacquo, dopo lo spazzolamento.

Alimenti che fanno bene a denti e gengive

Alimenti che fanno bene ai denti e alle gengive

Una mela al giorno toglie il medico di torno… Non è esattamente così, purtroppo, però c’è qualcosa di fondato in questo antico proverbio.

Esistono alimenti che possono aiutare a mantenere sani la bocca e i denti, vediamone alcuni:

Gli alimenti ricchi di fibre come finocchi, sedano o mele aiutano a detergere la superficie dei denti riducendo l’accumulo di placca.

Il consumo di agrumi e alimenti ricchi di vitamina C aiuta a tonificare le gengive perché la vitamina C è coinvolta nel metabolismo del loro costituente principale, il collagene. Lo scorbuto, malattia temibile che un tempo affliggeva i marinai impegnati in viaggi di lungo corso e che tra i suoi sintomi comportava la perdita di denti sani, fu sconfitto proprio caricando a bordo alimenti ricchi di vitamina C.

Latte e derivati, ricchi di calcio, sono fondamentali durante lo sviluppo dei denti per favorirne la corretta mineralizzazione. Attenzione però ai latte crescita: sono addizionati con carboidrati e la assunzione col biberon permette un prolungato e ravvicinato contatto dei denti da latte con tali zuccheri potendo favorire l’insorgenza di carie, motivo per cui è consigliabile detergere i dentini dopo l’assunzione di questi tipi di latte anche semplicemente strofinandoli con una garzina inumidita.

Pesce e frutti di mare ma anche tè, patate (soprattutto la buccia), cereali, spinaci ed altri vegetali, rappresentano buone fonti di fluoro. Il fluoro è un minerale che conferisce durezza ai denti. Durante la formazione dei denti un consumo eccessivo però va evitato perché può innescare la fluorosi che, tra l’altro, comporta inestetismi dentali permanenti. Da ciò scaturisce la mia perplessità circa il ricorso ad integratori del fluoro: il fisiologico fabbisogno viene facilmente raggiunto con una dieta opportunamente variata.

Agrumi, albicocche, pomodori, vino rosso e tè verde contengono flavonoidi, sostanze che concorrono a attribuire a frutta e ortaggi sfumature di colore rosso, giallo e arancio e che sono dotate non solo di capacità antiossidanti ottime per combattere i famigerati radicali liberi, ma anche di capacità antinfiammatorie e antibatteriche.

I flavonoidi fanno parte di una serie più estesa di sostanze chiamate polifenoli. Attenzione: cottura e conservazione degradano i polifenoli, pertanto essi vanno consumati freschi e possibilmente crudi o cotti brevemente al vapore. Cavoli, broccoli, radicchio e tè verde contengono molti polifenoli. Le capacità benefiche del tè verde per la bocca sono riportate in diversi articoli della letteratura scientifica. L’unico effetto collaterale del consumo del tè è la comparsa di pigmentazioni sui denti che però possono facilmente essere rimosse con una seduta di pulizia dei denti.

Per lo sbiancamento fai da te masticare foglie di salvia un paio di volte la settimana aiuta attraverso un’azione sia meccanica (abrasiva) che chimica. La salvia inoltre ha effetto contro l’alitosi come pure la menta.

In ultima analisi gli alimenti che fanno bene ai denti sono quelli che fanno bene a tutto il corpo. E’ opportuno quindi prediligere il consumo di vegetali di stagione variandoli tanto e consumandoli crudi o cotti al vapore. La mattina tè verde per gli adulti e latte per i piccoli. Ogni tanto piccole quantità di piante aromatiche.

Rischi del fai da te

Rischi dello sbiancamento denti e dei rimedi fai da te

Breve excursus tra i rischi dei rimedi attuati completamente da soli o con i “suggerimenti” del farmacista.

Sbiancamento dentale fai da te

Lo spunto per questo articolo me lo ha dato una ricerca online sullo sbiancamento denti. Ho scoperto l’esistenza di decine di tutorial con milioni di visualizzazioni su come avere denti bianchi fai da te. Trattasi per lo più di estetiste che forniscono dimostrazioni pratiche su come ottenere denti bianchi in casa senza l’aiuto del dentista. In genere suggeriscono di rimuovere le macchie con uno spazzolino imbevuto di succo di limone e di bicarbonato per poi passare successivamente a tenere i denti chiusi in uno spicchio di limone e fare infine un bell’impacco con comune acqua ossigenata.

A chi volesse provarci ricordo che l’acido citrico contenuto negli agrumi è in grado non di sbiancare, ma di corrodere i denti. Il bicarbonato di sodio del commercio a differenza di quello per uso odontoiatrico è fornito in granulometria grossa, la qual cosa significa che, oltre a smacchiare i denti, ne graffia anche la superficie, rendendola poi più suscettibile alle pigmentazioni. Per quanto riguarda l’acqua ossigenata che effettivamente è il principio attivo usato dai dentisti, faccio notare che quella del commercio è formulata in concentrazioni non adeguate al tipo di impiego suggerito. Inoltre la consistenza liquida ne comporta l’ingestione in dosi elevate a differenza dei prodotti medicali che invece sono in gel.Mi sembra sufficiente a dissuadere anche i più audaci.

Kit ripara dentiere

Ne esistono tante marche. Io le sconsiglio tutte. Alla base della metodica commerciale c’è un elevatissimo rischio di incollare i pezzi in maniera irreversibilmente errata. Inoltre tentativi mal riusciti di riparazione dentiere possono complicare anche il lavoro del professionista cui successivamente sarà necessario rivolgersi e far aumentare i costi dell’intervento. Quando si verifica una rottura di una dentiera è quindi molto più saggio ed economico rivolgersi direttamente ad un dentista.

Bite fai da te

Il bruxismo è un disturbo che consiste nel serrare i muscoli masticatori con tutta una serie di sequele. Il bite è un dispositivo medico che serve a mitigare queste ultime.Il bite in farmacia invece serve a farsi una risata: nelle istruzioni d’uso, dopo aver sottolineato che “temperature più elevate compromettono il materiale”, viene richiesto di immergere il dispositivo in acqua scaldata a 70 gradi (cosa abbastanza difficile per chi non si trova in cucina una pentola termostatica) e subito dopo , bello caldo, di morderlo chiudendo i denti “ma..non troppo”. Di fatto una scena da Mr. Bean.

Al di là della ilarità suscitata dalla complessità e pressapochismo di tali procedure, è bene sapere che questo dispositivo potrebbe aggravare il bruxismo, sia per la sua consistenza finale, sia per l’elevato rischio di conformarlo mantenendo una posizione non fisiologica tra le mascelle con conseguente iperattività dei muscoli.

Rimedi naturali per il mal di denti

La nonna ci ha tramandato: impacchi di aglio, cipolla, malva, cavolo, camomilla, menta, vaniglia. La zia: l’artiglio del diavolo e i fiori di Bach. Il nonno solo il whisky.

Era un periodo diverso in cui trovare un dentista era difficile e quasi sempre il rimedio era un’estrazione. Oggi le cose sono cambiate e rivolgersi ad uno specialista per tempo significa salvare un dente ed evitare complicanze e dolori persistenti.

 


Gli studi

NAPOLI: Nato nel 2000, grazie al consenso sempre maggiore col quale i nostri pazienti ci onorano, è stato di recente ampliato in modo tale da garantire l’erogazione delle cure in un ambiente che sia quanto più confortevole possibile.

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