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Sbiancamento dentale e cibo

In vista dell’estate molti desiderano sfoggiare un sorriso con denti bianchi, magari bianchissimi. Effettuo personalmente trattamenti di sbiancamento dentale a Napoli e a Caserta Maddaloni, le città dove opero da molti anni e posso dire che spesso si ottengono risultati molto significativi anche dopo un solo ciclo di terapia sbiancante.

Innanzi tutto però va ricordato che lo sbiancamento può essere effettuato solo da coloro che hanno un cavo orale in condizioni di buona salute.

E poi bisogna sapere che questo trattamento richiede, come tutti i trattamenti medici, collaborazione da parte del paziente. Collaborazione che non si ferma solo all’esecuzione di una fondamentale e corretta igiene orale, ma invece richiede di prestare molta attenzione anche ad evitare il consumo, durante e dopo la procedura, di sostanze e alimenti che potrebbero inficiarne il risultato.

Per massimizzare l’effetto della terapia infatti, oltre ad evitare il fumo di sigaretta, dovranno essere anche evitati i cibi colorati sia in modo naturale che artificiale.

Dunque, i cibi da evitare durante lo sbiancamento dentale sono caffè, thè, vino rosso, liquirizia nonché frutta e verdura colorate.

Vanno inoltre evitati i collutori a base di clorexidina e quelli colorati, come pure le paste dentifricie che non siano bianche.

Queste precauzioni vanno adottate non solo durante la terapia, ma anche da un minimo di due fino a sette giorni dal suo completamento.

In ultima analisi sarà opportuno adottare una dieta “in bianco” privilegiando, nell’ambito della frutta e verdura, quei prodotti che hanno tale colore: mele, pere, cavolo, finocchio, patate, ecc..

Si tratta di piccoli sacrifici che però verranno ripagati da un risultato gratificante e molto più sicuro delle terapie fai da te!

L’alitosi

E’ opinione diffusa che dire a qualcuno che ha l’alito cattivo sia offensivo: conseguentemente molti soggetti affetti da alitosi non ne sono consapevoli.

Da una recente ricerca è emerso che in una situazione lavorativa, soltanto il 9% delle persone farebbe notare a un collega che il suo alito è cattivo, il 20% lo lascerebbe intendere, ad esempio, offrendo una mentina e la restante parte preferirebbe ignorare la questione e evitare del tutto il collega. Da quest’ultima affermazione si capisce quanto importante sia affrontare correttamente questo problema.

Le cause dell’alitosi possono essere legate sia all’alimentazione che a malattie sistemiche, delle vie aeree e del tratto digerente.

Per quanto riguarda l’alimentazione è noto a tutti che alcuni alimenti (aglio, cipolle, formaggio) possono essere causa di tale disturbo e in tali casi basterà evitarne il consumo.

Tra le patologie sistemiche frequentemente causa di alitosi ci sono diabete, epatopatie e nefropatie; anche malattie delle vie respiratorie come sinusite e bronchite sono in grado di instaurare l’alitosi. Nel tratto digerente possono essere individuate patologie causa di alitosi a livello gastrico, esofageo (ulcera, reflusso) ed orale.

Le malattie del cavo orale sono il principale fattore causale dell’alitosi: perciò il dentista è il primo specialista da interpellare.

Il meccanismo attraverso il quale le malattie del cavo orale determinano l’alitosi risiede nella liberazione di composti solforati volatili e maleodoranti a seguito della decomposizione dei residui di cibo da parte dei batteri.

Ogni ambiente capace di offrire ricetto a microbi e residui alimentari può diventare quindi causa di bromopnea. Denti cariati e tasche parodontali sono i principali siti responsabili, seguiti dal dorso della lingua, dagli spazi interdentali, otturazioni debordanti, e protesi mobili (dentiere) igienicamente trascurate.

Per prevenire e per curare l’alitosi è dunque necessario sia attuare una corretta igiene orale detergendo scrupolosamente i denti e la lingua sia consultare il dentista per curare, eventualmente siano presenti, stati di parodontite, gengivite e carie e per valutare l’opportunità di richiedere ulteriori consulenze specialistiche.

Controindicazioni all’implantologia dentale

Oggi l’implantologia dentale è una pratica estremamente diffusa. Ma prima di intraprenderla un implantologo deve valutare accuratamente il paziente perché esistono condizioni generali o locali che possono rappresentare in modo assoluto o relativo una controindicazione per un intervento di implantologia.

I fattori di rischio generali o sistemici per l’implantologia sono condizioni patologiche che, interessando l’intero organismo, possono dunque condizionare negativamente i processi di guarigione e di osteointegrazione anche nel cavo orale:

  • Diabete mellito scompensato
  • Chemioterapia antiblastica in atto
  • Radioterapia recente
  • Assunzione di difosfonati, usati nella terapia dell’osteoporosi, del morbo di Paget, ecc. (l’osteoporosi di per sé è stata considerata in passato un fattore di rischio significativo: i dati attualmente disponibili non autorizzano a considerare l’osteoporosi un fattore di rischio)
  • Morbo di Paget
  • Immunodepressione

in tali casi l’intervento d’implantologia dentale andrà evitato o comunque prima d’intraprenderlo andrà interpellato il medico curante.

Esistono poi fattori di rischio locale come:

  • Fumo
  • Parafunzioni (aggravano i problemi meccanici)
  • Crescita non ultimata: l’osteointegrazione avviene regolarmente, ma l’impianto non segue l’accrescimento osseo e si trova dislocato rispetto ai denti naturali vicini.
  • Aspettative non realistiche
  • Malattie delle mucose
  • Parodontite non controllata
  • Spazio insufficiente in arcata
  • Volume osseo insufficiente e non incrementabile
  • Condizioni estreme di alta o bassa densità ossea
  • Igiene orale inadeguata

Gli studi

NAPOLI: Nato nel 2000, grazie al consenso sempre maggiore col quale i nostri pazienti ci onorano, è stato di recente ampliato in modo tale da garantire l’erogazione delle cure in un ambiente che sia quanto più confortevole possibile.

MADDALONI: Nato nel 2013, situato in centro, è attrezzato con apparecchiature all’avanguardia, facilmente accessibile anche a portatori di handicap e si pone l’obiettivo di essere punto di riferimento per l’erogazione di terapie dall’alto standard qualitativo.


Sede di Napoli: via Edoardo Nicolardi 110.Tel: +39 081 743 37 86

Sede di Maddaloni (CE): via Roma 10.Tel: +39 0823 1970 479

presso gli studi è attivo un servizio di trasferimento chiamata che permette ai medici di essere costantemente reperibili quando non presenti nelle strutture.
Fax: 081 592 05 09E-mail: info@studiocuccurullo.it