E’ opinione diffusa che dire a qualcuno che ha l’alito cattivo sia offensivo: conseguentemente molti soggetti affetti da alitosi non ne sono consapevoli.
Da una recente ricerca è emerso che in una situazione lavorativa, soltanto il 9% delle persone farebbe notare a un collega che il suo alito è cattivo, il 20% lo lascerebbe intendere, ad esempio, offrendo una mentina e la restante parte preferirebbe ignorare la questione e evitare del tutto il collega. Da quest’ultima affermazione si capisce quanto importante sia affrontare correttamente questo problema.
Le cause dell’alitosi possono essere legate sia all’alimentazione che a malattie sistemiche, delle vie aeree e del tratto digerente.
Per quanto riguarda l’alimentazione è noto a tutti che alcuni alimenti (aglio, cipolle, formaggio) possono essere causa di tale disturbo e in tali casi basterà evitarne il consumo.
Tra le patologie sistemiche frequentemente causa di alitosi ci sono diabete, epatopatie e nefropatie; anche malattie delle vie respiratorie come sinusite e bronchite sono in grado di instaurare l’alitosi. Nel tratto digerente possono essere individuate patologie causa di alitosi a livello gastrico, esofageo (ulcera, reflusso) ed orale.
Le malattie del cavo orale sono il principale fattore causale dell’alitosi: perciò il dentista è il primo specialista da interpellare.
Il meccanismo attraverso il quale le malattie del cavo orale determinano l’alitosi risiede nella liberazione di composti solforati volatili e maleodoranti a seguito della decomposizione dei residui di cibo da parte dei batteri.
Ogni ambiente capace di offrire ricetto a microbi e residui alimentari può diventare quindi causa di bromopnea. Denti cariati e tasche parodontali sono i principali siti responsabili, seguiti dal dorso della lingua, dagli spazi interdentali, otturazioni debordanti, e protesi mobili (dentiere) igienicamente trascurate.
Per prevenire e per curare l’alitosi è dunque necessario sia attuare una corretta igiene orale detergendo scrupolosamente i denti e la lingua sia consultare il dentista per curare, eventualmente siano presenti, stati di parodontite, gengivite e carie e per valutare l’opportunità di richiedere ulteriori consulenze specialistiche.