I disturbi respiratori nel sonno (DRS), costituiscono una problematica relativamente frequente ed oggetto dell’interesse di numerosi specialisti, in considerazione della possibile eziologia multifattoriale e delle conseguenze che tali disturbi comportano in diversi distretti ed apparati.
Gli eventi respiratori che possono intervenire durante il sonno sono vari, di gravità ed intensità diverse e variamente combinantesi tra loro. Alcuni di essi, come il russamento, non sono secondari a significative ostruzioni delle vie aeree superiori (VAS) e, pertanto, non esitano in caduta della saturazione di ossigeno o in microrisvegli (arousal).
Altri, come le ipopnee, le apnee o lo stridor notturno si presentano come eventi più o meno significativamente ostruttivi e sono associati a desaturazioni di ossigeno e a arousal (microrisvegli) che possono non lasciare traccia nel ricordo del paziente o, come nel caso dello “ choking “ (sensazione improvvisa di asfissia causata dalla risalita del succo gastrico in laringe) essere vissuti come drammatici.
Il russamento spesso rappresenta il primo momento di una patologia che potrebbe evolvere in una vera e propria sindrome chiamata OSAHS (Sindrome delle Apnee/Ipopnee Ostruttive in Sonno). Tale sindrome è rappresentata da una triade sintomatologica molto suggestiva:
1- russamento notturno con pause respiratorie (che determinano un ridotto apporto di ossigeno ai tessuti)
2- sonnolenza diurna
3- ipertensione arteriosa non risolvibile con i farmaci
a questo si accompagnano anche altri sintomi, variabili da soggetto a soggetto: cefalea al risveglio, secchezza delle fauci, acufeni (ronzii alle orecchie), vertigini, nicturia (necessità di alzarsi durante la notte per urinare), difetti di memoria e di concentrazione, incidenti stradali o sul lavoro.
L’OSAHS, non riconosciuta né trattata potrebbe determinare, nel tempo, gravi danni dell’apparato cardiocircolatorio, polmonare, metabolico e neurologico fino alla morte per accidenti cerebrovascolari (infarti del miocardio e ictus cerebrali).
La diagnosi di questi disturbi parte da una corretta anamnesi, agevolata dalla compilazione di un questionario che valuta il grado di sonnolenza diurna. Successivamente, la visita otorinolaringoiatrica con endoscopia delle alte vie respiratorie è un momento necessario per valutare l’anatomia delle stesse, le eventuali anomalie sia statiche che dinamiche.
La certezza diagnostica e la quantizzazione del disturbo viene effettuata con un monitoraggio cardio respiratorio nel sonno (poligrafia domiciliare notturna).
Eseguita la diagnosi si indirizzerà il paziente verso la giusta strategia terapeutica, sia essa chirurgica, odontoiatrica, ventilatoria e di stile di vita.